Il linguaggio fotografico per comunicaren Nel 2007 si punta particolarmente su un linguaggio che non è utilizzato molto dal volontariato anche se siamo in una società che ci sommerge di immagini: il linguaggio fotografico. Un linguaggio forte ed efficace, che è utilizzato, in genere, con difficoltà da parte di un mondo che agisce spesso in silenzio e senza grandi mezzi di comunicazione, guarda all’informazione con diffidenza. In alcune zone del centro città sono collocati totem, strutture di sostegno di gigantografie, di tanti frammenti, che in realtà vogliono essere un’unica grande mostra fotografica sul volontariato (passato e presente) – immagini di noti fotografi, ma anche immagini fornite dalle singole organizzazioni. Tra i fotografi citiamo chi ci ha più aiutato in questi anni a rappresentarci senza distorsioni: Uliano Lucas, Michele D’Ottavio… e tanti altri! Le immagini sono di grande formato, dentro allestimenti curiosi e sono accompagnate da scritte e messaggi ad iniziare dalle parole chiave come “volontariato, solidarietà, relazioni tra le persone, responsabilità, cittadinanza attiva, gratuità”. A partire da una foto simbolo con didascalia: “guardate che non siamo angeli…siamo persone qualsiasi, proprio come voi!” La scenografia, la selezione delle immagini vecchie e nuove, la loro disposizione sono tutti aspetti che vogliono colpire il pubblico, raccontare, farsi osservare… Intorno alla “grande mostra” all’aperto in 3 postazioni vi sono tante azioni di sensibilizzazione realizzate direttamente dalle associazioni: dall’accoglienza dei volontari ai visitatori, alla distribuzione dei materiali e della Guida della Tre Giorni, fino agli incontri e agli spettacoli, ai seminari, alle relazioni con istituzioni e con enti.