Prima mostra antologica personale italiana dedicata al noto fotoreporter collegnese, ossia un'esposizione di 75 fotografie originali scattate negli ultimi vent'anni. Che Michele d'Ottavio sia stato, e continui ad essere, un selettivo fotoreporter professionista di razza, lo testimoniano gli esiti del suo metodico, attento e motivato guardare senza ritrosia e ambiguità; un guardare che spesso ha trovato, e trova, ospitalità su prestigiose testate quali «La Repubblica» e «L'Espresso». Storicamente la fotografia di D'Ottavio stabilisce un rapporto di continuità con quel fertile filone reportagistico (oggi inaridito) presente nella Torino degli anni '60 e '70 incarnato da personaggi del calibro di Luigi Bertazzini, Sergio Solavaggione, Alessandro e Cesare Bosio, Piero Goletti, Guglielmo Lobera, Mauro Vallinotto, Tonino Di Marco, Ugo Liprandi, etc., ma soprattutto da quel Giovanni Perno di cui il nostro Autore pare averne raccolto l'eredità e condividerne in gran parte le tematiche politiche e sociali. Nell'epoca sopra menzionata, la fotografia documentaria e di cronaca, ancora non “soffocata”, come oggi, dall'invadenza totalizzante della plurimedialità, si era ritagliata buoni spazi d'attenzione e di sopravvivenza sui tre quotidiani torinesi: «La Gazzetta del Popolo», «La Stampa», «La Stampa Sera», Questa mostra antologica dedicata a D'Ottavio inizia vedendolo come testimone oculare di un avvenimento di portata epocale: la caduta del Muro di Berlino avvenuta nel 1989. Eccezionale una immagine che riprende una teoria di “picconatori” che iniziano a demolire lo storico muro, di cui parte dei frantumi sarà conservata o venduta come souvenir. Attento agli accadimenti socio-politici si maggior spicco D'Ottavio segue la lenta e inevitabile implosione del Pci riprendendo Achille Occhetto durante le fasi dello storico ed ultimo XX Congresso di Rimini nel 1991. Fotografa il funerale privato di uno dei leader storici del Pci, Giancarlo Pajetta, ed è testimone della nascita di Rifondazione comunista ed esegue dei penetranti ritratti di Fausto Bertinotti. Dopo quelli di Papa Woitila, anche i sembianti di altri importanti leader quali Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini, Achille Occhetto, Umberto Bossi, etc, non sfuggono all'obbiettivo di D'Ottavio; memorabile l'immagine che fissa un rituale simbolico e paganeggiante dove è visibile lo stato maggiore della Lega, mentre Bossi, in località Monviso, sta attingendo un'ampolla di purissima acqua alla sorgente del Po. Tra i personaggi di spicco della nostra città, si fanno apprezzare le immagini cronachistiche dell'Avvocato Gianni Agnelli, Simona Ventura, Sergio Pinin Farina, Gad Lerdner, Don Ciotti, etc. Particolare attenzione è dedicata al folklore connesso ai Campionati Mondiali di Calcio giocati a Torino nel 1990. Ma il meglio di sè D'Ottavio lo dà analizzando, descrivendo e visualizzando la vita di tutti i giorni a Torino prendendo in esame i problemi (e anche le rivendicazioni) delle nuove minoranze mussulmane e di colore, spesso emarginate, specialmente nei quartieri di Porta Palazzo e San Salvario. Anche alcuni aspetti della reclusione manicomiale a Collegno e lo sport dei disabili sono posti sotto un attento cono d'indagine. Notevoli le foto delle manifestazioni, dei congressi e gli scioperi a seguito della crisi della FIAT; molti gli episodi di cronaca individuale e collettiva, non mancano di dare un efficace spaccato sociale nei confronti di una Torino che sta cambiando e avanza verso una post modernità non priva di incognite. In sintesi l'impegno civile e democratico di D'Ottavio, si sostanzia in una fotografia sostenuta e connotata da solide trame di significato, attenta ai rapporti spazio-persona-ambiente, capace di fissare significativi episodi (anche storici ed epocali), accettando senza eludere ciò che di importante si offre all'analisi e alla sintesi dell'inquadratura. Nelle sue immagini, generalmente prive di orizzonte, domina e organizza con equilibrio una molteplicità di forme e segni dove predomina il paesaggio umano col suo pesante carico di significazioni, di funzioni relazionali e simboliche. Sfugge la fragile e casuale episodicità dell'accadere, ergendosi a testimone (sul nascere) di problematiche umane, sociali e politiche, dove comunque è sempre protagonista l'uomo immerso in un contesto spesso sommosso e instabile nel suo divenire. La mostra sarà corredata da un catalogo curato dal Prof. Dario Reteuna, comprendente un saggio storico-critico, un ricco apparato illustrativo e documentario e una presentazione critica del Dott. Bruno Quaranta, giornalista de «La Stampa».

I “picconatori” del muro di Berlino 1989 Cm 35,4x23

Esultanza alla Porta di Brandeburgo Berlino 1989 Cm 35,4x22,9

Funerali di Giancarlo Pajetta Megolo (No) 1991 Cm 23x35,5

XX e ultimo Congresso Nazionale del PCI Rimini 1991 Cm 35,5x2

L'Avvocato (Giovanni Agnelli intervistato da Simona Ventura) Torino 1990 Cm 35,5x23.

Trasmissione TV “Milano, Italia. Mamma Fiat dentro la crisi” (Gad Lerner e Sergio Cofferati) Torino 1991 Cm 35,5x23

Inaugurazione Salone dell'Automobile . (Pinin Farina, Incisa Cattaneo, l'On. Bodrato e Cesare Romiti) Torino 1991 Cm 36x23,1

Massimo D'Alema (Salone del Libro di Torino) Torino 1997 Cm 23,35,5

Fausto Bertinotti 1997 Cm 23x35,5

Silvio Berlusconi (campagna elettorale) 1994 Cm 35,5x23.

Gianfranco Fini 1997 Cm 35,5x23

Bossi alle sorgenti del Po Crissolo (Cn) 1996 Cm 35,5x23

Ritratto del jazzista Dizzy Gillespie Torino 1990 Cm 16x22,5

Matrimonio alla Tesoriera Torino 1996 Cm 35,5x23

Via San Pio V (due compagne d'asilo) Torino 1994 Cm 35,5x23

Papa Giovanni Paolo II Cogne (Ao) 1996 Cm 22,9x35,5

Festa di Osannà Rabbà al Tempio Ebraico Torino 1996 Cm 35,5x23

Il fotografo William Klein in Via Roma a Torino 1990 Cm 21,8x15,2

Carabinieri in servizio antispaccio a San Salvario Torino 1996 Cm 35,5x23