Energia: colti in flagranza di risparmio energetico



Ritratti di piccoli gesti“verdi”: in sella a una bici, davanti ai cassonetti della differenziata, circondati da lampadine a basso consumo, che fanno il pieno alla pompa del metano. Piccole abitudini da 10 in ecolode. Che ci aiutano tutti a risparmiare energia e denaro. E ci stimolano a tenere acceso il cervello.


SILVIO 66 anni, pensionato
ore 16.43

Torino - corso Umbria, 90
Colto nell’atto di prendere l’acqua al punto Smat.

Lo faccio perché l’acqua è buona e costa meno. Quella naturale è gratuita e quella frizzante, con 5 centesimi, riempi una bottiglia da 1,5 l. Abito vicino al Po, l’acqua del rubinetto nel mio quartiere non è molto buona. Avevo visto il punto di distribuzione di Settimo dai miei nipoti. Quando ho letto sul giornale dell’apertura del nuovo punto anche a Torino, sono venuto a vedere. Ora son circa tre mesi che quando posso vengo in bicicletta a prendere l’acqua. Sei bottiglie: tre naturali per mia moglie e tre frizzanti per me.


MARISA, 65 anni, pensionata
ore 12.34

Collegno - corso Francia Colta nell’atto di comprare detersivo alla spina.

Lo faccio per evitare di pagare un sovrapprezzo sul prodotto determinato dalla pubblicità delle varie marche e per ridurre l’inquinamento della plastica. Per lo stesso motivo a casa mia si beve l’acqua del rubinetto. Si parla molto di risparmio energetico e di ridurre l’inquinamento. Sembra che si risolva il problema con la raccolta differenziata, ma sarebbe meglio produrne di meno, non tanto riciclarla a posteriori. Non capisco ad esempio la necessità di involucri diversi e difficili da differenziare. È chiaramente un interesse pubblicitario. Però se davvero non si volesse inquinare, bisognerebbe eliminare tutto ciò che ricopre la merce o almeno dare delle indicazioni e limitazioni. Anche per le medicine: chi ha la necessità di prenderne, ogni settimana si ritrova a buttar via una borsata di scatolette di carta e di plastica. A volte non capisco. Probabilmente diventeremo come i gabbiani, che sono felici di cibarsi dall’immondizia.


SILVIA, 77 anni, pensionata
ore 15.21

Torino - corso De Gasperi Colta nell’atto di differenziare i rifiuti.

Lo faccio perché è una cosa normale, tutti dovrebbero farlo. Lo faccio per i miei figli, i miei nipoti, per il futuro. Non mi costa nulla. Ho una busta grossa che tengo sul balcone, bottiglie, scatole, confezioni…butto tutto dentro e quando è piena, scendo a metto ogni cosa nel suo cassonetto. In questa zona non c’è la raccolta porta a porta, pochi differenziano. Si dovrebbe fare come in Veneto, sono stata lì per due mesi in vacanza, vicino a Bassano del Grappa. Ti portano delle cassettine per ciascun tipo di rifiuto. Quando vengono a ritirare, ti pesano l’indifferenziato. In un anno puoi fare al massimo il peso di sei cassettine, se lo superi, paghi una sovrattassa. E se non fai bene la raccolta differenziata, paghi la multa. La raccolta differenziata costa, ma tutto costa, anche l’aria che respiriamo.


LIVIO, 42 anni, vicepresidente di una multinazionale americana che vende software
ore 17.49

Torino - via Livorno Colto nell’atto di spostarsi con il Segway.

Lo uso perché mi sento libero, è divertente e soprattutto non inquino. Prima usavo l’auto o la moto, ora non ne ho più bisogno. A Torino saremo in due a utilizzarlo, probabilmente per il costo proibitivo. In America ha un costo che si aggira sui 3200 euro, qui in Italia si devono spendere più di 6000 euro. È un prodotto americano, il suo inventore si è ispirato al verbo italiano seguire per decidere il suo nome. Non ci vuole una patente o un casco per guidarlo, è considerato al pari della bicicletta. Lo si guida attraverso lo spostamento del proprio corpo, segue il baricentro del corpo e imprime la forza avvertendo l’intensità e la direzione del movimento. Si alimenta con un cavo video: otto ore danno un’autonomia di 30-40 km. Con lo stesso costo di un litro di benzina si possono fare circa 500 km. È un prodotto ecologico, in Italia purtroppo il costo è elevato. La politica italiana non mi sembra molto interessata a queste soluzioni, forse è ancora concentrata sulla vendita delle automobili.


MAURIZIO, 38 anni, impiegato
ore 17.51

Torino - via Lagrange Colto nell’atto di spostarsi in bicicletta.

È da diciotto anni che uso solo la bici. Prima usavo anche l’automobile, quando vivevo con i miei genitori; da quando vivo per conto mio, ho deciso di non comprarla e di farne a meno. Se mi capita di averne bisogno per andare ad esempio all’Ikea, o aspetto che vada qualche amico o semplicemente non ci vado. Rinuncio. Uso la bici tutto l’anno, se piove prendo i mezzi. Porto il casco da quando mi hanno investito. È pericoloso girare in città, a parte qualche pista ciclabile, altre s’interrompono improvvisamente oppure semplicemente non ci sono. Anche ora sono in una via credo pedonale, in cui non potrei andare, ma per strada è peggio.


GIACOMO, 46 anni, impiegato
ore 17.38

Torino - piazza Carlo Felice Colto nell’atto di prendere l’autobus.

Lo faccio perché meno prendo l’auto e meglio è. Per andare a lavoro prendo il treno e il bus. Mi è comodo e risparmio.


LINO e ANGELA, 63 e 60 anni, pensionati
ore 10.20

Torino - corso Botticelli Colti nell’atto di rifornirsi di metano.

Ho sempre usato l’auto aziendale per spostarmi. Quando mi sono comprato la mia macchina ho deciso di prenderla a metano per inquinare il meno possibile. Non prendo i mezzi perché sono scomodi per gli spostamenti che devo fare. L’auto è un mezzo di trasporto, per me ha solo questo uso. Dicono che non sia potente o che non vada veloce, io la uso in città e in autostrada. Spendo la metà di prima. Costa un po’ di più all’acquisto, un 15-20% in più di una a benzina, ma non mi interessa perché non inquina. Sono pochi i distributori di metano, ma esiste una guida per sapere in ogni zona d’Italia dove ti puoi rifornire. Il serbatoio ha un’autonomia di 260 km e non sono mai rimasto a piedi, in casi estremi puoi fare benzina: l’iniezione funziona ancora così. Quando vado a rifornirmi, devo avere le monete. Il pieno è circa 8 euro


MARIA, 62 anni, imprenditrice
ore 19.10
Rivoli - via Pavia

Colta nell’atto di comprare lampadine a risparmio energetico.

Lo faccio perché c’è un risparmio economico prima di tutto e poi perché bisogna imparare a consumare di meno. Mio marito ed io abbiamo cambiato tutte le lampadine di casa e del giardino già da diverso tempo. Negli ultimi 10 anni si è fatta più informazione e ci si è attivati maggiormente su questo tema. È certo che bisognerebbe fare un’informazione a tappeto, per far conoscere il risparmio energetico e soprattutto economico alle persone di tutte le classi sociali. Bisogna spiegare come quantificare il risparmio e come calcolarlo. A primo impatto sembra sia un lusso comprare lampadine a risparmio energetico, perché si spendono anche più di 10 euro a pezzo. Ma bisogna capire quanto consuma in realtà. A conti fatti, con questo tipo di lampadine, è facile che i kilowatt necessari per il fabbisogno della propria abitazione si dimezzino, e di conseguenza diminuisce in proporzione anche il costo della bolletta. Bisogna imparare a farsi i conti. Il risparmio non è sull’acquisto iniziale, ma sulla somma dei consumi. Così siamo attenti anche per gli elettrodomestici. Ora c’è la classe A o A+ ecc, costano di più, ma nell’utilizzo si risparmia di molto.